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La storia

Quando ti metti per strada, sai già che ti aspettano una serie di incontri, tanto più interessanti quanto meno previsti.
Ora, già sul quel pezzo di strada che - tra le tutte che portano a Roma - allaccia dapprima Como con Milano, ecco subito un incontro inatteso. Proprio qui, a metà del giorno e - si direbbe - della strada, in un lontano tempo, trovò cruenta fine un frate.
Inquisitore, certo, ma innanzitutto e soprattutto buon frate, e buon cristiano.

Oltre ad essere onorato sul luogo stesso della sua morte, con una bella chiesa a lui intitolata, Pietro Martire diventerà, alla fine del Seicento, il secondo patrono di Como, dopo sant'Abbondio. Prima assai, il suo culto e la sua immagine - con quella tipica raffigurazione di una testa insanguinata ed una lama sovrastante - si erano diffusi fin sulle strade più impervie della nostra diocesi per estendersi poi anche nel resto della Lombardia, nel Veneto ed oltre. Fino in Germania, dove, a Colonia, Pietro Martire è patrono di locali confraternite.

Non c'è come allargare l'orizzonte (da Como a Milano, ma poi fino a Roma e dunque fino agli antichi confini del mondo ... ) per riscoprire valori ignorati della propria dimensione locale. Così, mentre ti incammini verso Roma, ti accorgi, per la strada, di tante persone e cose sconosciute.

E così si impara non solo a riscoprire i luoghi - dai "propri" a quelli "altrui" - ma soprattutto a coglierne lo spessore, storico e dunque umano, prodotto dall'accumularsi di tempo e di vita. Uno spessore che sottrae i luoghi più comuni alla banalità dell'immediato e del già noto.

Riscoprire la densità storica di cappelle e cascinali, vie e piazze, perfino di alberi e prati ... è un'esperienza importante.

Percepire, con i sensi insieme all'anima, che mentre calpesti quell'acciottolato o insegui con lo sguardo il crinale di un monte che si apre a valico, stai percorrendo una via già da secoli vissuta ... è una sensazione che dà perfino una certa vertigine.
E, tuttavia, non è una semplice solleticazione emotiva.
È la sensazione solida che non da noi sono le cose che sono, e che non si inizia mai dal nulla.
Qualcuno ci ha preceduto, qualcuno ci accompagna, ci incontra.
Sempre, come in un viaggio.

 

Mons. Saverio Xeres
Storico della Chiesa

 

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